giovedì 6 agosto 2009

Wikipedia: c'è pure Giacomot

Ma quanti sono? I beoti che frequentano Wikipedia, intendiamo. Una marea.
Complottisti, filo-terroristi, nazi-fascisti, negazionisti, c'è di tutto, e ne abbiamo denunciati tanti su queste pagine.
Ma continuano a spuntare come funghi, velenosi.

Tra le segnalazioni più recenti ci è giunta una che riguarda tale Giacomot, di cui mostriamo la pagina personale.

Il soggetto ha fatto recentemente irruzione nella voce "Tumori" dove ha cancellato una serie di informazioni scientifiche sostituendole con queste affermazioni:

"All'inizio del ventesimo secolo il gruppo Rockfeller controllava già molte banche e la maggior parte del commercio di petrolio negli Stati Uniti e in molti altri paesi."

Che c'entra con i tumori?, vi starete chiedendo. Non c'entra nulla, ma nella testa di Giacomot deve avere qualche senso, evidentemente.

"Sulla base di questi trilioni di dollari di reddito questo gruppo d'investitori ha trovato una nuova area di mercato: il corpo umano".

Ecco che ci avviciniamo...

"Attualmente il gruppo Rockfeller controlla più di duecento ditte farmaceutiche (...) Il 50% della prima amministrazione Bush era formato da alti funzionari di ditte farmaceutiche".

Eccolo qui! E' riuscito a far entrare anche Bush. Le frasi inserite dal beota sono citazioni tratte da un libro scritto da tale Alberto Mondini, autore sconosciuto il cui valore scientifico ed enciclopedico è pari a quello di un circo equestre, e che propaganda la tesi secondo cui il cancro sarebbe un fungo e si cura con un po' di bicarbonato.

Dopo aver scritto dei Rockfeller e di Bush, il solerte Giacomot si lancia in una filippica a favore delle medicine "alternative" contro il cancro (vere e proprie bufale create per spillare quattrini ai gonzi) e contro le cure mediche messe a punto dalla comunità medica e scientifica a livello mondiale.

Le modifiche di Giacomet, per fortuna, non sono durate a lungo: il giorno dopo sono state annullate da un altro wikipediano, Massimiliano Lincetto, con questa motivazione: "intervento tendenzioso, fonti poco attendibili e affermazioni pericolose. Vista la delicatezza dell'argomento meglio discuterne".

Bene Lincetto. Ma da discutere con certa gente c'è poco: utenti come quelli andrebbero cacciati a calci nel sedere, se Wikipedia funzionasse come una cosa seria. Ma sappiamo che non è così...

Siamo andati a dare un'occhiata alla breve esperienza wikipediana di Giacomet, e subito è saltato fuori che si tratta dell'ennesimo complottista da quattro soldi.
Fra i suoi "contributi", infatti, spiccano subito quelli alla voce "La fabbrica del terrore", un libro scritto dal super-complottista Webster Griffin Tarpley, uno di quegli idioti che crede che l'11 settembre 2001 sia stato un autoattentato.

Proprio la voce "La fabbrica del terrore" è un'altra chicca del complottismo della Wikipedia italiana.
In essa leggiamo che:

"In Italia il libro è stato accolto favorevolmente da Franco Cardini, docente dell'Università di Firenze, e da Giulietto Chiesa (si vedano i loro commenti in quarta di copertina al libro stesso)mentre il sociologo Massimo Introvigne lo ha stroncato su "Il giornale"[4] (15 novembre 2007), senza tuttavia analizzare in tutto o in parte il libro, ma offrendo un'analisi del "complottismo" e di alcune tesi di Tarpley come fenomeno sociale. L'unica vera e propria recensione su un quotidiano nazionale consiste in un favorevole articolo del "Il Manifesto" (4 settembre 2007) di Marina Montesano, docente di storia all'Università di Genova."

Notate che Franco Cardini, Giulietto Chiesa e Marina Montesano sono tutti esponenti del mondo complottista italico. Chiaro che hanno "accolto favorevolmente" questo testo buono solo quando è finita la carta igienica.
Notate pure che invece la stroncatura di Introvigne è stata subito rintuzzata appuntando che il giornalista non ha analizzato "in tutto o in parte il libro".

E questa sarebbe una voce enciclopedica?
E quando il wikipediano Ignig ha inserito l'avviso che l'affermazione non era supportata da fonti, tosto Giacomet ha eliminato l'avviso (link) senza inserire le fonti!

La pagina, ancora oggi, versa in quelle condizioni, con tanto di affermazione:

"Nonostante questo libro sia un best seller "underground" negli Stati Uniti, non è mai stato né recensito né discusso in una testata giornalistica statunitense".

Ecco, magari è il caso che spieghiamo noi come stanno le cose.
Best Seller Underground è un modo elegante di dire che il libro è una boiata colossale, ed è stato acquistato dalle migliaia di imbecilli che credono a simili idiozie.
Motivo per cui nessuna testata giornalistica seria, in America, gli ha dedicato attenzione.

E' più chiaro adesso?

Si ringrazia Adal per la segnalazione.