giovedì 23 dicembre 2010

I Padroni dell'Universo

No, non è l'ultimo film di Massimo Mazzucco ma un presunto scoop giornalistico.

I complottisti sono generalmente imbecilli, ma se lo sono devono anche ringraziare certi giornali e giornalisti che contribuiscono spesso e con troppa leggerezza a diffondere e propagandare vere e proprie corbellerie.

E' questo il caso di un articolo pubblicato recentemente su Repubblica, in cui il "corrispondente" Federico Rampini scrive che il terzo mercoledì di ogni mese nove banchieri facenti parti di una non meglio identificata "élite", ma a tutti gli effetti una "vera e propria cupola", si riuniscono segretamente a Wall Street per amministrare i destini del mondo:

Di nuovo loro: i Padroni dell'Universo. Stessi nomi, stessi vizi, una storia che sembra condannata a ripetersi e col finale che rischia di essere già scritto: l'impunità. Stavolta è l'intero mondo dei titoli derivati - finanza "tossica" che ebbe un ruolo cruciale nella crisi del 2008 - l'oggetto delle loro congiure. Una vera e propria "cupola" di grandi banchieri esercita un potere esclusivo di controllo su questo mercato. Fuori da ogni trasparenza, e al riparo da ogni concorrenza. "Il terzo mercoledì di ogni mese - rivela il New York Times - nove
membri di una élite di Wall Street si riuniscono a Midtown Manhattan."...

La notizia, dunque, giunge dal New York Times. Altro giornale, altro giornalista che vede grandiose cospirazioni.
Ma le fonti di questa notizia dove sono?

I dettagli delle loro riunioni sono coperti dal segreto. Rappresentano Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, Citigroup, Bank of America, Deutsche Bank,
Barclays, Ubs, Credit Suisse". Ufficialmente, i nove banchieri di questo potentissimo comitato d'affari hanno il compito di "salvaguardare la stabilità e
l'integrità" su un mercato che muove ogni giorno migliaia di miliardi di dollari. Di fatto, il club dei nove "protegge gli interessi delle grandi banche che ne fanno parte, perpetua il loro dominio, contrasta ogni sforzo per rendere trasparenti i prezzi e le commissioni". La denuncia raccolta dal New York Times viene dal massimo organo di vigilanza. La fonte più autorevole all'origine dell'inchiesta è Gary Gensler, capo della Commodity Futures Trading Commission.

Lo dice Gary Gasler.
Sì... ma c'è un documento, una prova, qualcosa che dimostri la fondatezza di questa storia?

Il Dipartimento di Giustizia ha aperto un'inchiesta "sulla possibilità di
pratiche anti-concorrenziali nel clearing e nel trading sui derivati". I sospetti di collusione e di un vero e proprio cartello non sono nuovi. Ma trovare le prove è difficile.

Un modo come un altro per dire che non ci sono prove, insomma...

Estrarre prove dal club dei Padroni dell'Universo è complicato, almeno se si seguono i metodi "normali".

E che facciamo, Rampini? Li torturiamo?

Di qui la grande attesa per le rivelazioni annunciate da WikiLeaks sulla Bank of America: chissà che non riesca Julian Assange dove la magistratura non arriva...

Siamo a posto allora... dobbiamo aspettare Wikileaks.

Intanto sta di fatto che secondo Rampini il New York Times avrebbe scritto che un certo Gary Gensler avrebbe detto... Già, che cosa avrebbe detto? Non si sa. Ci sarebbero questi Padroni dell'Universo, ma non si capisce se è una cosa detta da Gensler o dal New York Times o da Rampini.

Però ci sarebbe un'inchiesta. Non si sa chi l'ha aperta, su cosa esattamente sia stata aperta, cosa abbia scoperto: si sa solo - o meglio si dice - che c'è un'inchiesta.

Prove non ce ne sono. Ma c'è la speranza che faccia chiarezza sulla questione Wikileaks...

Non uno straccio di fonte, di link, di documento, niente di niente.
Illazione su illazione, Rampini ha messo su un articolo in perfetto stile "chiacchiere da barbiere"...
Povero giornalismo...

Ringraziamo Groove per la segnalazione.

Note: il lettore Alessandro F. ci ha segnalato il link all'articolo originale del NYT (link e backup link) e il lettore Gaetano P. ci ha segnalato un altro articolo come quello oggetto della Perla, su La Stampa (link e backup link). Ringraziamo entrambi.